Siamo arrivati alla fine di questo 2020 ed è inutile fare il conto delle persone mancate, di quello che abbiamo perso, lo sappiamo tutti.
Per me però il 2020 sarà sempre l’anno della nascita di Livia e sono certa che quando, tra anni, si parlerà del 2020, mentre a tutti verrà in mente un anno bisestile funesto, a me verrà in mente lei, la mia bambina.
La mia piccola nata senza avere accanto gli affetti più cari, nata il primo maggio, altro giorno particolare che nell’anno delle aziende che chiuduno per la pandemia ha ancora di più un sapore e un colore diverso. Dico sempre a mio marito che tra diciotto anni, alla maturità questi ragazzi 2020 si troveranno come traccia per il tema di italiano di parlare del covid e, molto probabilmente a Livia all’orale chiederanno di parlare della valenza storica del primo maggio.
Il 2020 è stato l’anno degli affetti ritrovati seppur senza abbracci e degli affetti persi, di quelli che ti hanno aperto la porta accogliendoti insieme a tutta la ciurna e di quelli che la porta invece l’hanno sbattuta in faccia a me e alla ciurma, e va bene così.
Il 2020 è l’anno che mi ha fatto spegnere 37 candeline e, non ho espresso nessun desiderio ma solo una volontà, quella di cambiare, di uscire ancora di più dalla mia zona comfort e andare oltre.
Per chi come me ha vissuto l’infertilità e tante pedite personali, avere un figlio tra le braccia ti fa vivere in uno sttao di grazia e così, nel 2011 con la nascita di Simone mi sono sentita invincibile, anni dopo, l’arrivo di Livia in un momento storico turbolento, mi ha reso ancora più forte e determinata e sarà per questo che lei è già un peperino di quasi otto mesi.
IL 2020 mi ha dato tanto e mi ha tolto tanto ma il mio bilancio è certamente positivo.
E’ stato l’anno del:
- Come fai a fare tutto che sei incinta?
- Non puoi fare tutto perchè sei incinta!
- Pensi di parotire a maggio? Con questa pandemia! (siccome potevo scegliere)
- Non vorrai darle la tetta!
- Non vorrai darle il latte artificiale!
- Già parla!
- Ancora non parla!
- Lavori troppo
- Lavori troppo poco
- Fai la mamma e sei mediocre (e quindi penso a mio zio che diceva di me “dove la metti suona” che vuol dire che so fare tutto e che quando non lo so fare qualcosa imparo in fretta)
- Un nuovo libro, che bello!
- Un nuovo libro, ma dove trovi le idee!
Insomma nel mezzo del tutto e del niente ci siamo noi che siamo diventati quattro, ci sono io che non faccio la giornalista, sono una giornalista, non faccio l’autrice ma sono un’autrice, non faccio la mamma ma sono una mamma, non faccio la moglie ma sono una moglie.
Il 2021 è quasi arrivato spero che sia migliore anche se le restrizioni e le mascherine resteranno con noi ancora per molto.
Io intanto vado avanti con nuovi progetti, con un nuovo team di donne dove nessuno vuole fare la diva ma siamo tutte lì pronte a romboccarci le maniche per lavorare bene insieme. Il 2021 sarà l’anno dei passetti, della prima candelina, del pensare alle medie, sarà l’anno della formazione, del lavoro e della famiglia.
Sarà il primo anno di nuove consapevolezze perchè come diceva il mio professore di matematica “vivo come il moto uniformemente accellerato” e quindi non mi basta mai, ho sempre la necessità di fare cose nuove.
Buon 2021 a tutti i miei lettori che anche quest’anno mi avete riempito di coccole, vi prometto che continuerò ad emozionarvi e a regalarvi storie nuove.
Buon 2021 agli amici che “distanti ma uniti”
Buon 2021 a chi c’è sempre.