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Avrei qualcosa da dire

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Avrei qualcosa da dire

Archivi Mensili: ottobre 2015

Tre racconti, tre storie

30 venerdì Ott 2015

Posted by Silvestra Sorbera in Avrei qualcosa da dire.....

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la guerra di piera, LazyBook, Sicilia, Silvestra Sorbera, Vita da sfollati

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Siamo arrivati alla fine di una settimana ricca d’impegni (lavorativi e familiari) ed ecco che il mio nuovo ebook “La guerra di Piera” è online così come la raccolta “Storie di vita, d’amore e di donne” che raccoglie i tre racconti siciliani pubblicati con la Lazy Book in questo anno e mezzo.

Biagio, Mita, Sicilia, Luciano, Piera e Lino vi aspettano ma intanto vi lascio ai commenti di chi ha avuto modo di leggere i testi.

http://www.agenparl.com/sicilia-la-guerra-di-piera-di-silvestra-sorbera/

http://it.blastingnews.com/cultura-spettacoli/2015/10/la-guerra-di-piera-il-nuovo-libro-di-silvestra-sorbera-00615685.html

Noi aspettiamo i vostri commenti!!!

La guerra di Piera, la mia bandiera per un fine vita dignitoso

28 mercoledì Ott 2015

Posted by Silvestra Sorbera in mamma

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Ci siamo, sono state giornate intense ma siamo riusciti a venirne a capo e così il mio ultimo racconto “La guerra di Piera” è pronto per essere letto da voi.

Nei prossimi giorni poi sarà disponibile anche la raccolta dei tre racconti siciliani, dei miei protagonisti, dei miei ricordi, chi mi conosce bene in fondo saprà che Biagio, Mita, Sicilia, e in fin dei conti anche Piera, ruotano tutti attorno allo stesso asse.

E allora buona lettura e come sempre aspetto i vostri commenti…

Grosso guaio al cimitero, il nuovo libro di Chiara Cini che oggi è nostra ospite

23 venerdì Ott 2015

Posted by Silvestra Sorbera in Oggi parliamo con

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chiara cini, grosso guaio al cimitero, LazyBook, tessa e il sangue di drago

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Oggi ospitiamo nel nostro salotto una giornalista-scrittrice. Stiamo parlando di Chiara Cini che ha da poco pubblicato il suo nuovo romanzo dal titolo “Grosso guaio al cimitero”, se non vi siete ancora organizzati per Halloween (letterariamente parlando), questo è il libro giusto per voi.

Chiara ci racconti qualcosa del tuo ultimo lavoro “Grosso guaio al cimitero”?

“Grosso guaio al cimitero” è un romanzo che strizza l’occhio ai più giovani, ma che ritengo godibile anche per un pubblico adulto. I giovani protagonisti sono alle prese con un giallo abbastanza classico, con tanto di assassina scatenata per il paese, ma vivono circondati dai fantasmi. Giorgio, il figlio del custode del cimitero, parla con i defunti da sempre, da quando era un bambino. Pensa che i genitori non gli credano, quindi si sfoga solo con l’amica del cuore, Loredana. Quando Loredana sparirà nel nulla, saranno proprio i suoi amici fantasmi ad aiutarlo nel difficile viaggio nell’aldilà, organizzato in fretta e furia per salvarla.

Perché hai scelto questa ambientazione?

Volevo parlare di tante storie umane e del mito del viaggio negli inferi senza annoiare. Per questo i due protagonisti sono ragazzi più o meno comuni, alle prese con la scuola e con qualche problema di dialogo con i genitori. E poi, a dire il vero, i fantasmi mi son sempre piaciuti un sacco!

Questo testo e anche “Tessa e il sangue di drago” sono rivolti ai ragazzi e agli amanti del fantasy. Da dove nasce la tua voglia di raccontare queste storie?

Temo di non essere mai cresciuta del tutto, dal punto di vista letterario! Nonostante abbia letto libri impegnati, saggi, romanzi d’attualità, il cuore mi si apre quando trovo la storia giusta. E capita quasi sempre con i libri per ragazzi. Mi sono perduta nella trilogia di Stroud, ho amato alla follia Potter, fino a fantasy decisamente più per adulti. Se riesci ad incollarti alla trilogia di Gomernghast di Peake e la leggi tutta d’un fiato, beh, vuol dire che il fantasy ed il gotico sono proprio il tuo genere. Io scrivo storie più modeste, senza ombra di dubbi, ma mi diverto e spero di far divertire i lettori.

A tua figlia racconti le tue storie?

Mia figlia ha otto anni, è ancora piccola. Con lei ci siamo divertite con altre storie, alcune delle quali sono state pubblicate. “La renna Joe” resta una bella fiaba natalizia che leggiamo ogni anno con rinnovato piacere.

Altri progetti?

I progetti sono tanti. Capita che mi venga chiesto un racconto per Antologie di qualità e ho un altro romanzo quasi pronto, sempre per ragazzi. Insomma, tra il lavoro e la famiglia, riesco a scrivere la sera, quando sono tutti a letto. Quindi, nell’insieme, non mi posso proprio lamentare.

Metti la mamma nel freezer – PessimeScuse

20 martedì Ott 2015

Posted by Silvestra Sorbera in I libri degli altri

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TITOLO: Metti la mamma nel freezer

AUTORE: PessimeScuse

EDITORE: Self

TRAMA: All’età di novantun anni Cossu Incoronata vedova Pintus rende l’anima a Dio gettando nella più profonda disperazione i suoi due figli, Sciantal e Giangaleazzo. La
famiglia viveva, infatti, con la pensione di reversibilità del fu ingegner Pintus Quirino ed ora, con la dipartita della madre veniva a mancare l’unica fonte di sostentamento. Perché, a dispetto dell’età non freschissima, Giangaleazzo si dedicava all’arte della scrittura mentre Sciantal, un pochino indietro con l’orologio biologico, alle faccende di casa. Davanti al panico del fratello, che non aveva mai lavorato in vita sua, la dolce Sciantal, forse ritardata ma non stupida, gli propone di tacere sulla sua morte e mettere la mamma in un freezer per conservarla ed esibirla all’occorrenza. Detto fatto. La vita scorre tranquilla finché l’Inps non chiede una dichiarazione con firma autentica. Nuova disperazione di Giangaleazzo e nuova intervento della sorella. Avrebbe dovuto sedurre la direttrice del locale ufficio postale per farle autenticare una firma falsa. Non si sa bene chi sedusse chi, ma i due si fidanzano, il documento viene autenticato dopo un’occhiata fugace al cadavere scongelato alla bisogna e sistemato a letto in
penombra, e la vita va avanti. Proprio quando Giangaleazzo, per uno scherzo del destino, diventa uno scrittore famoso, bussa alla loro porta un ispettore dell’ Inps mandato a indagare su quella pensionata di ben centoundici anni.

DICO LA MIA: Un testo ironico ma con i piedi per terra. Quante volte i telegiornali ci hanno raccontato questa storia? Quante volte la povertà (o l’ingordigia di denaro) hanno fatto si che i figli non dichiarassero i decessi dei genitori per incassare la pensione? Una bella storia, divertente ma che porta a riflettere.

E tu vuoi parlarci di un libro?

Scrivici sul blog oppure alla mail sorbera.silvestra@libero.it o contattaci alla pagina facebook Sorbera Silvestra Blog

Con Federica nasce una nuova eroina della letteratura

16 venerdì Ott 2015

Posted by Silvestra Sorbera in Oggi parliamo con

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Oggi parliamo con una giovane scrittrice emergente che ci parla del suo libro “Il casale dei ricordi”. La parola a Federica Squillace

Federica ci parli dite?

Mi piace definirmi una persona molto normale. Sono una comune persona, con la fortuna di avere una famiglia fantastica ed un marito altrettanto stupendo; piena di sogni e speranze come credo la maggior parte delle persone, che a volte si scoraggia, mentre altre sente la forza in grado di scalare una montagna. Mi piacciono tante cose diverse: mi interessano i libri, la lettura, i francobolli, il calcio e la cucina. Insomma, mi piace non annoiarmi mai!

Come nasce il tuo libro?

È un libro che nasce puramente dalla mia fantasia. Un sogno che avevo nel cassetto da una vita. La mia passione, prima per la lettura e poi per la scrittura, nasce fin da piccola. Colui che mi ha fatto letteralmente innamorare dei libri e della lettura è stato mio nonno. Ho ricordi fin dall’infanzia di lui che entusiasta mi legge passi di vari libri e mi conduce in un mondo nuovo. Ecco questa è sicuramente una parte di me che, chi mi conosce bene, trova nel mio romanzo. Una delle cose che ho in comune con la protagonista è questo amore sconfinato per i libri. Sono sempre stati un rifugio, mi hanno sempre consentito di evadere dalla realtà e al tempo stesso, facendomi vedere le cose da un altro punto di vista, mi hanno aperto gli occhi a soluzioni fino a quel momento impensate. Questa passione per i libri, negli anni mi ha arricchito e fatto crescere, riempito di emozioni, di pensieri che ad un certo punto spingevano per uscire. Nella testa ha cominciato a farsi strada il desiderio di tramutare in parole queste sensazioni, trovare il modo di esprimerle e trasmetterle. Da quel punto a scrivere un libro sono passati anni! Ad un certo punto, mentre rientravo a casa, dopo la passeggiata serale con il mio cane, ho avuto come una visione, avevo perfettamente chiara in testa e reale, come la stessi vivendo in prima persona, in quel momento, la scena iniziale della mia storia. Sono salita in casa ed ho iniziato a scrivere!

Federica ci parli un po’ del tuo libro “Il casale dei ricordi?

È la storia di Vittoria, la protagonista, che dovrà decidere se guardare davvero dentro se stessa per capire chi è. È la storia d’amore tra Vittoria e Alessandro, un po’ un cavaliere senza macchia e senza paura, un po’ d’altri tempi, da gran romantica quale sono, che avrà un ruolo fondamentale nel percorso di crescita della ragazza. È anche la storia di un’amicizia forte e indissolubile, quella tra Jessica e Vittoria, senza la quale quest’ultima non sarebbe così forte. Ed è anche la storia di come, spesso a ferirti e a farti il male peggiore, sia qualcuno di molto molto vicino, qualcuno in cui avevi riposto totale fiducia. È la storia di una rinascita personale ed interiore. Sentimento, suspance, malinconia si alternano, sperando di aver creato il giusto mix.

Vittoria è una donna forte, con molti traumi, come la descriveresti?

Vittoria è una donna forte e fragile al tempo stesso. È una donna che, come tutti quelli che hanno subito la perdita della mamma in tenera età, si porta dietro questa voragine, questa mancanza d’affetto per sempre. Vittoria è una persona a cui è stato detto che il padre non l’ha voluta.

Questo è il fattore cruciale nel determinare il bassissimo livello di autostima che ha di se stessa. È una persona che crede di non aver diritto ad essere felice, che si è creata una corazza per non essere ferita e che ha trovato una sua scappatoia, un suo modus-vivendi rifugiandosi nei suoi adorati libri, in quanto convinta che la realtà per lei non possa riservare che infelicità, perché convinta di avere in se qualcosa di sbagliato, qualcosa per cui è giusto che lei sia sola e triste.

Ecco che invece prima Jessica e poi Alessandro, proveranno a spronarla a uscire dal suo guscio e convincerla a lottare per se stessa… E poi non vi dico altro perché non ho intenzione di togliere la curiosità di sapere cosa succederà!

Una nuova eroina?

È un’eroina se per tale intendiamo qualcuno che ad un certo punto lotta per se stessa e per chi ama, per provare ad uscire da uno status quo che non la rendeva felice. È una ragazza normalissima con un vissuto tale per cui noi stessi potremmo conoscere realmente qualcuno che abbia avuto un’esperienza simile. È una ragazza, che come tutti noi, deve trovare la forza di lottare con i propri demoni interiori, tutti i giorni. Quindi credo che, potendo tanti immedesimarsi in lei, ed essendo io convinta che chi affronta la vita di tutti i giorni con coraggio e senza perdere mai la speranza, sia a modo suo un eroe, si Vittoria è un’eroina.

E’ stato difficile trovare una casa editrice che credesse in te?

Trovare una casa editrice è stato sicuramente uno dei punti più delicati di questa mia nuova avventura. Dopo aver concluso il mio romanzo, ho fatto quello che credo abbia fatto la maggior parte degli esordienti: ho spedito il mio lavoro ad ogni casa editrice, piccola e grande, la cui “filosofia” potesse essere quella del mio romanzo. I primi riscontri sono arrivati da case editrici a pagamento, cui però non me la sono sentita di affidarmi. I grandi colossi non so dire nemmeno se abbiamo letto quanto inviato o l’abbiano cestinato direttamente. So che posso e dico di cuore grazie alla casa editrice Epsil, che ha deciso di darmi fiducia e puntare anche su di me.

Credo che il mondo dell’editoria, e qui parlo in generale, non vorrei certo passare per quella convinta che il proprio libro sia un capolavoro incompreso ci mancherebbe.

Credo di aver fatto un gran buon lavoro e ovviamente mi piacerebbe che avesse successo, sarebbe disonesto non ammetterlo, ma in generale il mondo dell’editoria, credo rischi spesso di perdere soggetti e lavori eccezionali, solo perché per un emergente è tremendamente difficile farsi notare. E se poi comunque hai la fortuna di trovare una Casa Editrice che ti da fiducia, devi secondo me, mettere in conto di scontrarsi con la differenza che aleggia verso autori e lavori emergenti, a tutti i livelli di questo settore, ancora di più se non “sponsorizzati” da qualcuno e quindi appetibili per i grandi colossi di questo mondo. È difficile arrivare nelle librerie, considerando anche che quelle indipendenti sono sempre meno, e le grosse catene sono tendenzialmente restie e diffidenti verso autori sconosciuti e a mio avviso verso case editrici piccole. Lo scoglio più grande per un esordiente è: come farsi conoscere? Se non sanno che esisti, come fanno a incuriosirsi al tuo libro e a decidere se gli piace o meno e nel caso decidere di comprarlo? Ecco che quindi secondo me è naturale che internet diventi, volente o nolente, un mezzo, se non l’unico, per provare a lanciare un urlo ed avere il proprio spazio in questo mondo.

Come consideri questo esordio letterario?

La soddisfazione personale di essere riuscita a vedere il mio pensiero, il mio sogno, diventa realtà, è qualcosa che non ha e mai avrò prezzo. Certo la difficoltà di farsi conoscere è un qualcosa che fa un po’ da zavorra. Non so se il mio lavoro sia stato o meno apprezzato e fino a che punto, anche solo tramite i feedback sulle piattaforme digitali, sono un qualcosa di cui non tutti sanno l’importanza e spesso non lo si lascia pensando che non sia importanza. So che di certo non mi fermerò, perché scrivere è emozione pura. Per tutti il tempo in cui sto in compagnia dei miei “personaggi” provo un miscuglio così intenso di sensazioni cui non credo di voler rinunciare…. Ah in cantiere c’è il secondo libro, al momento fermo a decantare, a pagina 76!

Cosa ti aspetti adesso?

Spero di ricevere opinioni in merito al mio lavoro, non per forza positive ci mancherebbe, ma un riscontro che mi aiuti a crescere, a migliorare, ad arrivare maggiormente al cuore e alla testa di quanti mi daranno fiducia leggendo il mio romanzo. Mi aspetto, o meglio mi auguro, di ricevere presto una visita da parte dei miei nuovi personaggi e vivere con loro una nuova entusiasmante avventura!!! E perché no ritrovarmi di nuovo di a raccontarla!

“Mi hanno fatto sedere qui”, parla l’autrice Francesca Cuzzocrea

09 venerdì Ott 2015

Posted by Silvestra Sorbera in Oggi parliamo con

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francesca Cuzzocrea, mi hanno fatto sedere qui

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Oggi parliamo con Francesca Cuzzocrea, autrice del libro “Mi hanno fatto sedere qui” dove parla con abilità e dolcezza della demenza senile.

Francesca perché hai deciso di raccontare della demenza senile?

Ciao Silvestra, grazie per avermi invitato qui. Sono un’educatrice professionale e dal 2010 lavoro in strutture sanitarie per anziani. Non sono molti anni di servizio, ma sono stati sufficienti a smuovere in me la necessità di raccontare la patologia a chi non la conosce e a chi la sta vivendo come familiare. Infatti, soprattutto all’inizio, le famiglie vivono la malattia dei propri cari con pochissimo supporto istituzionale. In questo periodo si sviluppano vissuti e pensieri pesanti che poi, con il tempo, si trasformano in sensi di colpa che ci schiacciano. Il libro affronta anche tali sensi colpa e, secondo alcuni lettori, aiuta a rappacificarsi con se stessi.

Chi è Adele per te?

Adele è tutti gli anziani che in questi anni ho conosciuto e, allo stesso tempo, nessuno di loro. Adele è anche mia nonna che, poverina, non è immune da questa malattia. Adele è un personaggio simbolo nel quale ogni lettore, che ha vissuto queste esperienze, può riconoscervi il proprio caro.

Un libro che tocca tante corde, il rapporto madre-figlia, ma anche il significato della vita in genere. Quanto tempo hai lavorato per mettere insieme tutto questo?

I cinque anni di esperienza sul lavoro sono stati di certo fondamentali, la stesura del libro invece è avvenuta in sei mesi. La storia ha un ordine cronologico ben preciso, la parte più difficile è stata quella di decidere di quali aspetti della demenza parlare e fin dove spingermi nelle riflessioni delle figlie riguardo il decorso della malattia di Adele. Ci sono passaggi emotivamente molti forti, ma ho ritenuto che fossero inevitabili da raccontare e spero di averlo fatto nel modo più delicato possibile.

Il tuo è un libro che lascia l’amaro in bocca. Finisci di leggerlo e non puoi semplicemente alzarti dalla poltrona, devi necessariamente fermati un attimo e pensare, questa cosa ti spaventa? Il fatto di lasciare nel lettore un segno profondo come ti fa sentire?

Sorrido, perché diverse persone al termine della lettura, hanno dovuto prendersi cinque minuti di pausa per riflettere sulla storia, ma anche sul senso più generale della vita e della famiglia. Questo è un libro che va letto quando si è pronti a fare i conti con se stessi, a mettersi in gioco. La scelta di narrare in prima persona non è casuale perché ci permette di immedesimarci subito nella mente fragile di Adele e di vivere con lei, fin dall’inizio, l’effetto della malattia. Lo stesso vale per le due figlie, Sofia ed Eliza, di cui possiamo percepire sulla pelle i pensieri strazianti di vite che cambieranno per sempre. Mi spaventa? No, perché è questo l’obiettivo del libro, che probabilmente non sarà mai troppo commerciale ma arriverà al cuore di tutti coloro che hanno sofferto per la perdita dei propri genitori. So che è una storia che lascia un segno, ma è non solo di dolore, è soprattutto un segno d’amore.

Altri progetti?

Al momento sto lavorando su una favola che tratta una tematica molto delicata. Per questo motivo sarà supportata da due sezioni scritte da professioniste: una premessa antropologica all’inizio e una mini-guida per genitori alla fine.

Sapore di te – Angela Iezzi

06 martedì Ott 2015

Posted by Silvestra Sorbera in I libri degli altri

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angela iezzi, sapore di te

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TITOLO: Sapore di te

AUTORE: Angela Iezzi

EDITORE: Self

TRAMA: Ashley Morgan è una giovane donna, amante dei libri, che ha sacrificato la sua vita per riuscire a conquistare la stima e la fiducia di suo padre. Jamie Standley è un uomo deciso e un pasticcere creativo. Lavora con dedizione ed entusiasmo alla Morgan&Hall, prestigiosa azienda dolciaria del Paese, da diversi anni. C’è una sola persona che hanno in comune: Nathan Morgan … e il suo testamento.

DICO LA MIA: Ashley è una donna conturbante, ha dei problemi con il padre, un rapporto di amore e odio e, proprio con il padre dovrà vedersela anche se in maniera postuma. La morte dell’uomo e l’apertura del testamento lasciano sbigottita la ragazza che dovrà dividere per un anno l’appartamento ricevuto in eredità con Jamie…chissà perché? L’autrice è molto brava nel raccontare la storia e nel lasciare tanti indizi fino ad arrivare ad un finale stupefacente.

E tu vuoi parlarci di un libro?

Scrivici sul blog oppure alla mail sorbera.silvestra@libero.it o contattaci alla pagina facebook Sorbera Silvestra Blog

Antonia Romagnoli e la scrittura come terapia

02 venerdì Ott 2015

Posted by Silvestra Sorbera in Oggi parliamo con

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antonia romagnoli

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Oggi parliamo con Antonia Romagnoli, una brava scrittrice di fantasy che ci racconta il suo percorso creativo

Antonia come sei approdata alla scrittura?

La scrittura fa parte di me da sempre, è il mio modo naturale di esprimermi. Da ragazzina è stato il mezzo che mi ha permesso di affrontare la morte di mia madre, da adulta mi ha accompagnato in momenti difficili della vita, diventando uno strumento per affrontare e combattere la depressione.

Dove trovi l’ispirazione?

L’ispirazione arriva da tutto e da niente. A volte nasce osservando la realtà che mi circonda o quando mi perdo nei miei pensieri, stirando o facendo le pulizie. Spesso quelle che scrivo sono le “storie” che mi racconto quando di notte sale l’ansia e il sonno non arriva. A volte mi accorgo di guardare alla vita, tutta, come se dovessi scriverne, come se fossi solo una spettatrice, una narratrice fuori da me stessa. Spesso perdo per la strada quei pensieri, ma se sono abbastanza forti da sopravvivere li ritrovo ad aspettarmi, nascosti fra i tasti del computer, e diventano scrittura.

Perché hai scelto il fantasy?

Dopo la nascita della prima figlia, mi sono ritrovata per una serie di concomitanze a fare la casalinga. Dopo tanti anni dedicati ad altre cose è stato spontaneo riprendere le fila della scrittura, ma avendo poco tempo scelsi di cominciare con racconti brevi di fantascienza. Il fantasy è arrivato dopo, quando mi sono accorta di dover mettere ordine nei pensieri e nella vita: la saga delle Terre è nata così, prendendo spunto dalle ambientazioni create quando ero una ragazzina e dal desiderio di dare un senso alla mia storia personale. Scrivere fantasy è stato tornare a casa.

Il libro di maggior successo?

Il primo libro della saga delle Terre è quello che sicuramente ha avuto più lettori, nella sua prima edizione cartacea. Ora “Il segreto dell’alchimista” è tornato in formato digitale con un nuovo editore, e spero che troverà ancora qualcuno che potrà apprezzarlo.

E quello a cui tieni di più?

Non posso rispondere, sarebbe come cercare un preferito fra i miei figli! Per un verso o per l’altro, sono legata a tutte le mie storie, in tutte ho messo un pezzetto di me. In Slupp, per esempio, sono dentro alla storia con due ruoli diversi, personaggio e narratrice. Nella Terre, che mi hanno impegnata tanti anni, è come se ci fossi vissuta un po’ anch’io. Le fiabe, invece, sono legate alla mia vita di mamma, che mi insegna ogni giorno com’è bello il mondo attraverso lo sguardo magico dei bambini.

Hai altri progetti nel cassetto?

Il cassetto è sempre pieno… c’è un romance storico in dirittura d’arrivo, un altro a cui manca una manciata di capitoli. C’è un progetto sui fantasmi con Fabrizio Valenza. Poi, nella mente, girano tante altre storie: mi piacerebbe scrivere una seconda avventura umoristica ambientata a Slupp, o sviluppare qualche racconto breve dedicato personaggi minori della saga. Un cassetto quasi esplosivo, direi!

Grazie infinite per questa intervista, mi hai fatto ripensare a cose che avevo dimenticato… a com’ero quando ho ripreso a scrivere. Ancora una volta mi ero perduta e nemmeno me ne ero accorta.

E grazie per l’aiuto con i miei libri!

Antonia

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