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TITOLO:  Sicilia

AUTORE: Silvestra Sorbera

EDITORE: Lazy Book

TRAMA: Sicilia sogna e vuole fortemente emanciparsi dalla famiglia e dalla comunità in cui vive. Attorno a lei, la sua amica Anna, le sorelle, i primi moti studenteschi. Riuscirà a conquistare il ragazzo di cui si è innamorata, a portare i pantaloni e diventare un medico? O dovrà imparare che la vita è fatta di compromessi?

DICONO GLI ALTRI: Visto che oggi vi presento il mio racconto (in attesa di creare una nuova paginetta tutta per Sicilia e Luciano) lascio la parola ai commenti degli altri.

Con uno stile scorrevole e curato, l’autrice ci regala un racconto che è ho trovato molto interessante. La lotta della protagonista per conquistare un minimo di libertà e il proprio diritto all’autodeterminazione in una Sicilia degli anni ’60 dove l’emancipazione femminile era ancora un miraggio e le figlie dovevano sottostare alla volontà dei genitori, è raccontata dall’autrice con partecipazione emotiva e una buona capacità di coinvolgere il lettore nelle vicende narrate. Ho trovato molto realistica l’ambientazione, un paese isolano con le sue atmosfere di chiusura verso le idee di modernità che iniziano a serpeggiare tra i ragazzi, con la sua gente dalla mentalità bigotta che non riesce ad accettare il desiderio di cambiamento e di autonomia dei figli, specie se femmine, con la preoccupazione del “cosa dirà la gente”, e il rifiuto, la condanna dei fermenti giovanili che agitavano quegli anni. La figura di Sicilia, ragazzina coraggiosa che trova il modo per affrancarsi da una specie di schiavitù, e di far avverare, almeno in parte, i suoi sogni, mi ha inevitabilmente conquistata. Mi ha rammentato, per molti versi, la me stessa quattordicenne, sebbene la mia adolescenza risalga a qualche anno prima rispetto a quella della protagonista e io abitassi al “nord”, quando riuscire ad ottenere un poco di libertà e un minimo di diritto di scelta, se eri femmina, comportava una lotta continua coi genitori. Insomma non mi è stato difficile immedesimarmi nell’eroina del racconto, mentre consideravo quando diversa sia, ora, la situazione dei figli adolescenti. E forse adesso i genitori peccano in un altro senso concedendo ai ragazzi una libertà eccessiva e dando loro sempre ragione, anche quando non sarebbe il caso. Ma non è questa la sede per intavolare una discorso difficile e colmo di troppe sfaccettature.
Comunque, per concludere, penso che valga la pena di leggere questo racconto della Sorbera, che, secondo me, merita un bel voto.

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